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venerdì 16 marzo 2012

Trivellazioni...e Balene e il progetto GIONHA



Il giacimento su cui sta operando la nave FPSO "IKDAM" a 31, 9 miglia nautiche dalla costa di Pantelleria, è il campo "Oudna" in concessione alla "Lundin Petroleum". Operativo dal 2006, ha avuto parecchi ritardi nell'avvio della produzione. La FPSO Ikdam, una nave speciale in grado di di trivellare in acque profonde e di stivare a bordo i prodotti di estrazione, batte bandiera liberiana, ed è di proprietà di Ikdam Production SA. Gli azionisti sono Lundin Petroleum (40%), Teekay-Petrojarl Production AS (40%) e Gezina AS (20%).
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di Guido Pietroluongo
E questo è lo spettacolo a poca distanza...questo è omicidio silente!!!
C'è solo da vergognarsi!!!
"Trenta balenottere al largo di Lampedusa" da "Repubblica.it - Palermo"

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/03/16/foto/trenta_balenottere_al_largo_di_lampedusa-31643621/1/

Spettacolo in queste ore a largo di Punta Grecale a Lampedusa (Agrigento) per il passaggio di un folto branco di balenottere comuni! I cetacei da ieri stazionano nelle acque delle Pelagie, in questo periodo ricche di plancton. Le balenottere (Balaenoptera Physalus) possono raggiungere, nelle femmine anche i 26 metri di lunghezza e pesare fino a 80 tonnellate.

Iena Pantesca :
Cosa fanno le autorità italiane competenti???

Guido Pietroluongo :
Nulla di nulla!!!

Giuseppe Galiano:
Le autorità italiane competenti? e le autorità europee, no? Comunque se ne fotteranno come al solito.
Guido Pietroluongo:

http://www.guidopicchetti.it/Il%20CPPM%20di%20Pnt/News%202010/echi_stampa/ec_stampa%202012/120315_GP_Ric_idroc_Medit_impatto_ecos_e_cetac.pdf

Ci ho messo anima e cuore... Speriamo che valga qualcosa... speriamo...
Guido Picchetti ‎
2+2 fa 4... Capisci a cosa alludo... L'unica consolazione è che in questo posto almeno le ricerche le hanno già fatte e non dovrebbero più sparare con l'airgun... Siamo già alla seconda fase... E pensare che la Tunisia dovrebbe essere lo Stato responsabile dell'istituzione delle SPAMI, le aree marine protette di Alto Mare...
Guido Pietroluongo :

Le trivelle, lo stoccaggio, il trasporto, la perforazione etc. etc. fanno gli stessi danni degli air-gun, se non peggio...specie a lungo termine...




Inquinamento, 3,6 mln di morti all'anno nel 2050. Ocse, l'aria sporca è destinata a diventare il 'big killer' mondiale


http://www.lettera43.it/ambiente/43739/inquinamento-36-mln-di-morti-all-anno-nel-2050.htm

16 Marzo 2012. -
la previsione è da film catastrofico, ma purtroppo rispecchia la realtà. Da qui al 2050 è previsto che l'inquinamento dell'aria diventi il cosiddetto «big killer» mondiale, superando quello dell'acqua e la mancanza di servizi igienici. Lo ha affermato un rapporto dell'Ocse, secondo cui il numero di morti all'anno in tutto il mondo è destinato a crescere da 1 a 3,6 milioni. Già attualmente, ha sottolineato il documento, solo il 2% della popolazione delle città del mondo vive con concentrazioni di pm10 accettabili, sotto i 20 microgrammi per metro cubo, mentre il 70% ne deve subire più di 70, una cifra destinata a crescere nei prossimi anni.

Più morti in Asia, ma anche in Occidente. Un altro aspetto preoccupante è quello dell'ozono nelle città, le cui vittime è previsto che salgano dalle 385 mila l'anno a più di 800 mila. Molte di queste morti saranno concentrate in Asia, ma anche i Paesi occidentali ... [segue]
"Iena pantesca"
Prospettive niente affatto belle, ma veritiere, purtroppo, se non si interviene opportunamente...


Inquinamento acustico e suoi effetti sui cetacei.
Il 29 Marzo a Livorno i risultati del progetto "Gionha"
di Guido Picchetti

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3242129006440&set=a.2217678835826.2117330.1063270409&type=3&theater

Il rapporto tra inquinamento acustico ed i suoi effetti sui mammiferi marini è stato affrontato in un seminario tenutosi il 22/09/2011, promosso da ARPAT, Accademia Navale di Livorno, Società Italiana Biologia Marina e Associazione Italiana di Acustica, all'interno del progetto transfrontaliero GIONHA. Qui il video (fonte Gianducato) su quel seminario caricato da gionha in data 24/nov/2011

http://www.youtube.com/watch?v=wYbkls6DjB0


Del progetto "GIONHA" abbiamo dato notizia alcuni giorni fa qui su FB, preannunciando il convegno di studi in programma il 29 Marzo p.v. sempre presso l'Accademia di Livorno, durante il quale saranno presentati e dibattuti i risultati ottenuti finora. Questi i link alle due pagine web in formato Acrobat dove sono scaricabili il programma del convegno e il modulo di partecipazione (gratuita):

http://www.guidopicchetti.it/Il%20CPPM%20di%20Pnt/News%202010/echi_stampa/ec_stampa%202012/120314_GIONHA_Liv_29_marzo_2012.pdf

http://www.guidopicchetti.it/Il%20CPPM%20di%20Pnt/News%202010/echi_stampa/ec_stampa%202012/120314_GIONHA_Isc_29_marzo_2012.pdf

Filippo Foti :
Grazie Guido, mi dai un assist per riproporre questo post "Trivelle nel Mediterraneo: anche i cugini francesi in ansia" su "Profumo di Mare" ? Vedi http://profumodimare.forumfree.it/?t=60489260

Guido Picchetti:
Vuoi un assist migliore di quello riportato nel mio post su "Profumo di mare" il 5 Marzo u.s., con tutti i link ai servizi già precedentemente realizzati e segnalati sull'argomento delle trivellazioni davanti alle coste mediterranee francesi ? S'intitola "L'attacco dei petrolieri è su tutto il Mediterraneo. Non risparmia nessuno, neppure i nostri cugini francesi".

http://profumodimare.forumfree.it/?t=60556975
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Petrolio sversato in Basilicata. Non la prima volta, non l'ultima.
Un'area grande come un campo da calcio
di Pietro Dommarco
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3346

Sono oltre 10mila i metri quadrati interessati dallo sversamento di greggio provocato dalla rottura di una valvola dell’oleodotto Monte Alpi-Taranto. 136 chilometri di tubo che collega il centro olio Eni di Viggiano, in Basilicata, con gli impianti di raffinazione pugliesi. L’incidente, verificatosi il 10 marzo, è avvenuto al Km 98,00 della S.S. 407 Basentana, in agro di Bernalda, situato tra i fiumi Basento e Bradano

13 marzo 2012. - L'allarme lo hanno lanciato alcuni agricoltori, che da giorni avvertivano una forte puzza di petrolio.
Il greggio espone al rischio di contaminazione le falde acquifere, anche se Regione ed Eni sembrano tranquillizzare e minimizzare l’accaduto.
Solo “una piccola fuoriuscita di petrolio” dichiarano subito i tecnici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata.
A ruota la presa di posizione della multinazionale di San Donato Milanese: “l'area circostante è caratterizzata da una composizione del terreno limo-argilloso che ha evitato l'interessamento delle falde acquifere”.
Ma è proprio dalla Conferenza di servizi indetta ieri mattina, presso il Comune di Bernalda -alla presenza di tecnici e rappresentanti regionali, Corpo Forestale dello Stato, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Prefettura e Provincia di Matera ed Eni- che arriva una mezza smentita, prefigurando una situazione ben più grave del previsto: “L'area interessata è di circa un ettaro”.
Quindi, 10 mila metri quadrati contaminati da petrolio. Un campo da calcio a 11 regolamentare. Intanto, mentre nell’area incidentata sono in corso lavori di recupero del greggio, nonché le operazioni di bonifica dei terreni interessati dallo sversamento, gli attivisti dell’ "Organizzazione Lucana Ambientalista" e del "Movimento NoScorie Trisaia" attaccano.
“Non c’è alcun dubbio che quello accaduto a Bernalda non è un semplice guasto, ma è un incidente di una certa rilevanza che ha riguardato gli impianti di regolazione e le stesse condutture da 20 pollici, in via di sostituzione dopo l’incidente all’oleodotto. Chiediamo che vengano quantificati i danni con immediati risarcimenti nei confronti degli agricoltori e dell’intera comunità”.
L’oleodotto Eni Viggiano-Taranto - nel 2002 al centro di un’inchiesta giudiziaria per appalti irregolari e tangenti, che portò all’arresto di 17 persone - è in esercizio da quasi dieci anni. Il suo interramento fu deciso ... [segue]
Il "piccolo" incidente di cui abbiamo avuto e dato notizia qualche giorno fa è tutt'altro che "piccolo", e cresce a vista d'occhio, a cura dell'ENI...

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Le associazioni ambientaliste contro contro le ricerche di idrocarburi in Mediterraneo
di Guido Picchetti
http://profumodimare.forumfree.it/?t=60712623

Il notiziario on line "Green Report" riporta oggi la notizia che 14 associazioni ambientaliste italiane e straniere hanno sottoscritto un patto di unità contro le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Mediterraneo e che hanno inviato ai ministeri interessati ed ai principali Enti preposti al monitoraggio del settore marittimo un documento unitario, stilato a cura del ricercatore Guido Pietroluongo, sull'impatto che tali ricerche hanno sull'ecosistema marino e sulla vita dei Cetacei nel "Mare Nostrum".

Le 14 associazioni firmatarie del documento sono: l'Ente nazionale protezione animali (Enpa), gli "Animalisti Italiani", la "Sea Shepherd conservation society Italy", "The Black Fish", il "Centro Studi Cetacei", la "Ketos", il centro "Aeolian dolphin research", il "Centro ricerca cetacei", il "Comitato Parchi Italia",la " Federazione Nazionale Pro Natura", 'associazione "Pro Natura Mare Nostrum", il "Bottlenose Dolphin Research Institute", l' "Istituto per gli studi sul mare", la "Lega italiana dei diritti dell'animale" e la "California State University at Northridge".
Riusciranno a far sentire la loro voce ?

Molto dipenderà da noi tutti e dall'eco che si riuscirà a dare a quel documento e al suo contenuto, nelle sedi più adatte che ognuno di noi (che ha a cuore la tutela del Mediterraneo) sarà in grado di raggiungere... Fermo restando il fatto che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...

Questo il link a quel documento firmato dalle 14 associazioni. Un documento che, ripreso sulla homepage del sottosctitto in formato Acrobat, chiunque abbia a cuore la tutela dell'ambiente marino del Mediterraneo può liberamente scaricare e contribuire a diffondere:

http://www.guidopicchetti.it/Il%20CPPM%20di%20Pnt/News%202010/echi_stampa/ec_stampa%202012/120315_GP_Ric_idroc_Medit_impatto_ecos_e_cetac.pdf.

Qui a seguire invece il comunicato stampa che da notizia di tale iniziativa, nel testo diffuso dai responsabili dell'iniziativa, integralmente ripreso stamane da "Green Report":
Unite contro la ricerca di idrocarburi in Mediterraneo, quattordici associazioni sottoscrivono il patto «Impatto su ecosistema marino e cetacei»

[14 marzo 2012]
Ente nazionale protezione animali (Enpa), Animalisti Italiani, Sea Shepherd conservation society Italy, The Black Fish, Centro studi cetacei, Ketos, Aeolian dolphin research, Centro ricerca cetacei, Comitato parchi Italia, Federazione nazionale Pro Natura, Pro Natura Mare Nostrum, Bottlenose dolphin research institute, Istituto per gli studi sul mare, Lega italiana dei diritti dell'animale e California State University at Northridge.
Sono le associazioni che hanno sottoscritto un patto contro le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Mediterraneo ed hanno inviato un documento (Ricerca di idrocarburi in Mediterraneo e impatto sull'ecosistema marino e sulla vita dei Cetacei) ai ministeri interessati ed ai principali Enti preposti al monitoraggio del settore marittimo; nel rapporto è possibile leggere che: «da diversi mesi, numerose compagnie e società petrolifere italiane e straniere avanzano istanze per richiedere permessi di ricerca di idrocarburi nei mari italiani, con particolare interesse per l'area del bacino Adriatico e del Canale di Sicilia.
Le attività di ricerca di idrocarburi prevedono diverse fasi, ognuna delle quali legata ad un particolare impatto ambientale».

La prima fase, quella della prospezione geosismica, prevede, nella la maggior parte dei casi, l'utilizzo di una sorgente energetica ad aria compressa, meglio conosciuta come air-gun, che «genera una violenta onda d'urto che si propaga nel fondale e successivamente viene riflessa, mostrando in questo modo la presenza e la natura di idrocarburi nel sottosuolo».
Le associazioni scrivono nel rapporto: «... E' noto che molte specie appartenenti all'Ordine Cetacea sono particolarmente sensibili a forti emissioni acustiche, quali quelle generate dai sonar militari e dagli air-gun, le quali vanno sommate al rumore di fondo sottomarino e a quello generato dal normale traffico marittimo». Zifii (Ziphius cavirostris) e Capodogli (Physeter macrocephalus) sono tra le specie più sensibili e questo tipo di emissione acustica che può far impaurire e stordire gli animali «sino ad indurli a un'emersione rapida ed improvvisa senza adeguata decompressione, con conseguente morte per la "gas and fat embolic syndrome", ossia morte per embolia.
L'esposizione a rumori molto forti inoltre può produrre anche danni fisiologici (emorragie) ad altri apparati, oltre a quelli uditivi, fino a provocare effetti letali».

Se viene trovato petrolio o gas si passa alla seconda fase: la trivellazione di un pozzo esplorativo e poi alla costruzione di una piattaforma permanente di estrazione, «che implicherà ... [segue]

http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3236800593233&set=a.2217678835826.2117330.1063270409&type=1

14/03/12

Il 29 marzo 2012 a Livorno, presso L'Accademia Navale di Livorno, "Insieme per la tutela e la valorizzazione del nostro mare"
di Guido Picchetti
http://www.gionha.eu

La tutela e la valorizzazione degli habitat marini presenti nel "Santuario Pelagos" sono l'obiettivo che ha spinto le quattro Regioni che vi si affacciano - Corsica, Liguria, Sardegna e Toscana - a realizzare il Progetto GIONHA (Governance and Integrated Observation of marine Natural Habitat], con il sostegno del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia "Marittimo" 2007-2013.
I risultati raggiunti dal progetto GIOHNA saranno illustrati a Livorno il 29 Marzo p.v presso l'Accademia Navale di Livorno. in una iniziativa che potrà fornire un un quadro conoscitivo approfondito sullo stato ecologico di questo complesso ecosistema marino, con particolare riferimento ai livelli delle pressioni antropiche che insistono su di esso.
Le attività di studio e monitoraggio ambientale sono state accompagnate da un'efficace e diffusa azione di sensibilizzazione delle giovani generazioni e degli operatori del mare. In questo modo si è inteso promuovere la conoscenza e la valorizzazione di particolari specie marine presenti nell'area, come cetacei e tartarughe, nonché l'uso sostenibile dell'ambiente marino-costiero.
A conclusione delle sue attività progettuali, GIONHA intende offrire un concreto supporto tecnico-scientifico all'elaborazione delle politiche marittime a livello di regione e sotto-regione marina, in linea con la strategia comunitaria della "Marine Strategy".
La prevista tavola rotonda finale consentirà di fare il punto sullo stato di attuazione della direttiva comunitaria a livello nazionale e regionale e sui prossimi impegni che attendono le amministrazioni pubbliche, che potranno usufruire dei contributi che i progetti di cooperazione transfrontaliera possono offrire alla sua implementazione.